sabato 6 ottobre 2018

Review: Criminal, Vol. 6: The Last of the Innocent

Criminal, Vol. 6: The Last of the Innocent Criminal, Vol. 6: The Last of the Innocent by Ed Brubaker
My rating: 4 of 5 stars

Meraviglioso sino all'ultima fottuta pagina. L'unico dei personaggi di Criminal ad avere un finale in netta opposizione con gli altri capitoli. A voler forse rimarcare la differenza che intercorre tra Ryle e tutti gli altri protagonisti di Criminal. Personaggi loschi, spregiudicati, outsider ma che da qualche parte nascondevano un lato innocente miracolosamente rimasto immacolato dal marciume di tutta una vita. Ryle invece è semplicemente machiavellico, un guscio vuoto, amorale, inarrestabile forza dell'affermazione dell'io. Non un personaggio che non prova rimorso ma che anche di fronte al peggio del peggio sceglie comunque ciò che è meglio per se stesso. Un codardo forse, ma certamente un uomo intraprendente. Ho apprezzato tantissimo la continua alternanza di stili che Sean Phillips mette su tavola per distinguere nettamente tra passato e presente. Una tecnica che muta i propri codici nel corso del volume e che attribuisce significati nuovi alla vicenda. Ne è un esempio lampante la vignetta finale in cui i due stili si fondono completamente, lasciando le figure in secondo piano abbozzate in stile realistico e le due figure in primo piano nel classico stile da strip anni 30. Un thriller che sa rubare dagli esempi giusti e reinventarsi in tanti punti, donando più di uno spunto di riflessione al lettore. La sceneggiatura di Brubaker manco a dirlo è essenziale, pulita, secca. I suoi personaggi non si perdono mai in pippozzi inutili ed ogni volta sorprendente constatare come le sue didascalie spesso e volentieri seguano una linea tanto naturale da anticipare la riflessione del lettore. Credo che per il mosaico stupefacente che è riuscito a elaborare, Criminal sia la serie meglio riuscita di questa coppia di autori fenomenali.

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